Un blog di esperienze, pensieri, idee che circolano tra noi genitori - maestri, assistenti, cuochi, factotum... - dei bambini di questa scuola familiare

lunedì 26 marzo 2012

La giornata mondiale della lentezza

Una morbida e colorata chiocciolina ci rallenta un po' oggi, per assaporare le cose lente, che richiedono tempo, e aiutarci a ricordare perché ci piace una scuola lenta (www.pedagogiadellalumaca.org), per godere le cose, fatte con pazienza e tranquillità:


come un quadro con la lana cardata infeltrita ad ago











o poter osservare il germogliare di ciò che abbiamo seminato




o per viaggiare con la fantasia a cavallo dell'aratro o su un tappeto volante



o scrivere con la penna e l'inchiostro di mallo di noce lasciato a macerare



o fermarsi a sentire la qualità del nostro respiro, per imparare ad armonizzare dentro di noi ciò che siamo, ciò che viviamo, il nostro essere e il gruppo

gustare la merenda e il cibo senza fretta


leggere un libro insieme o raccontare una storia


creare con le nostri mani segni e forme, colori e oggetti

gustare il cambio delle stagioni nel tempo che passa e rende feconde tutte le cose.




domenica 25 marzo 2012

Beni Comuni

Nel corso della tre giorni sull'economia solidale, organizzata tra Marzabotto e Pioppe di Salvaro, abbiamo partecipato al seminario sulla gestione sostenibile dei beni comuni (sabato 24/3) con una breve comunicazione sulla nostra scuola.

La Decrescita nella nostra scuola

 "Un uomo è ricco in proporzione al numero di cose di cui può permettersi di far senza." 

Henry David Thoreau in Walden 

Mauro Bonaiuti e Antonio Ruzza della Rete per la Decrescita http://www.decrescita.it sono venuti oggi, 24 marzo, in visita alla nostra scuola per conoscere la nostra esperienza educativa e didattica coi bambini e come famiglie in cammino verso la "nostra" decrescita serena, pacifica e solidale.

Vivere la decrescita coi bambini per noi significa riappropriarci del tempo, del lavoro delle nostre mani, non dipendere sempre e solo dall'acquisto, non vincolare i beni alla proprietà ma aiutare i bambini a condividere, scambiarci risorse, tempo, abilità, conoscenze; educare all’altruismo, alla cooperazione e non alla concorrenza e alla competizione, alla cura e non al consumo, al locale sul globale, al bello sull’efficiente, al ragionevole sul razionale.


La decrescita ci insegna inoltre a valorizzare l’ozio, la lentezza, la durata; a educare al rispetto per il passato e al sapere della tradizione; a distinguere qualità e quantità e a educare all’indifferenza per le mode e l’effimero; a desiderare e perseguire la gioia e non il divertimento.

                     

Vogliamo, insieme ai nostri figli, ritrovare il senso dei beni comuni, dei beni relazionali, sperimentare nuove forme di condivisione, praticare un consumo sociale, una condivisione più profonda.
Abbiamo fiducia nella possibilità di istituire una società che metta al centro le persone e le relazioni e non le merci e gli scambi commerciali, rivalutando l’importanza dei beni immateriali su quelli materiali. Che valorizzi modi di relazione antiutilitaristici e non strumentali e che sappia dare spazio alla solidarietà e al bene comune piuttosto che all’interesse privato. Che valorizzi l’ambiente naturale e le altre forme viventi per la loro bellezza e dignità e non solo in termini strumentali.


Abbiamo colto queste sfide certi che in queste pratiche e convinzioni si trovino le risposte al malessere diffuso nel nostro tempo e crediamo che offrire tali competenze ai nostri figli significhi mostrare loro la strada per un futuro di pace e dignità.

                       

Le Indicazioni Nazionali per il curricolo offrono alla scuola questo spunto:
“Le relazioni fra il microcosmo personale e il macrocosmo dell’umanità e del pianeta oggi devono essere intese in un duplice senso. Da un lato tutto ciò che accade nel mondo influenza la vita di ogni persona; dall’altro, ogni persona tiene nelle sue stesse mani una responsabilità unica e singolare nei confronti del futuro dell’umanità.” (pag. 20)





giovedì 8 marzo 2012

A Pistoia per raccontare e discutere

Domenica 26 febbraio 2012

Oggi io, Mimmo e Sarah insieme ai nostri bimbi Nora, Maia e Isacco siamo andati a Pistoia, dove siamo stati invitati a parlare della nostra scuola al corso di formazione IDeA (Intrecciare Didattica e Animazione per un volontariato con l’infanzia) dedicato a educatori e insegnanti, organizzato dal CESVOT (Centro Servizi Volontariato Toscana) e dai nostri amici dell’Associazione Arcobaleno, che erano venuti a trovarci a Montumiano il giorno dell’inaugurazione della yurta.
È stato interessante ascoltare l’introduzione di Luigi Monti, sulle pedagogie attive, ma per me come mamma è stato soprattutto emozionante ascoltare la maestra Sarah raccontare della nostra scuola. È stata credo la prima volta che abbiamo descritto la nostra giovane esperienza all’esterno.
Il racconto è partito da lontano, da quando Sarah e Pierpaolo, già vent’anni fa, con l’Associazione Terre Memoria e Pace, si impegnavano con passione e convinzione per far rivivere la memoria e la storia di questi monti e della strage del ’44; poi l’acquisto del podere di Montumiano, fino alla sofferta decisione di Sarah – maestra nella scuola primaria statale da più di vent’anni – di fare “homeschooling” con i suoi due figli più piccoli. Poi, la scorsa primavera, l’incontro con noi, un gruppo di famiglie con bambini, che avevamo sperimentato un piccolo nido familiare l’anno precedente e che da mesi ci incontravamo per riflettere su quale percorso di crescita offrire ai nostri bambini. A poche settimane da questo INCONTRO (che io personalmente ho sentito essere un po' magico) stavamo già costruendo la Scuola dei bambini di Monte Sole, che abbiamo deciso di chiamare così in memoria dei tanti bambini che prima della guerra abitavano quei luoghi. Lunghe, faticose, gioiose e conviviali giornate estive passate insieme a lavorare e a costruire spazi – fisici e mentali. Nora quando parla della sua scuola nella yurta specifica che l’ha costruita il suo papà.














E' stato davvero bello ascoltare la descrizione delle attività che i nostri bimbi fanno concretamente giorno per giorno e osservare mia figlia Nora mentre a tutti raccontava di quando si era persa la mucca Selenia, srotolando la storia a rullo disegnata da Cinzia.

Nella discussione con gli amici di Pistoia sono emerse alcune perplessità, le stesse sulle quali ci troviamo ormai a riflettere da tempo tra di noi e con varie altre persone. Quando tagliare il cordone ombelicale tra genitori e figli? Non c’è il rischio di fare una scuola di élite? Perché abbandonare la nave che affonda (la scuola statale)? Quale eterogeneità sociale nella nostra scuola? Sono questioni su cui non abbiamo risposte definitive; abbiamo espresso piuttosto i nostri dubbi, le nostre riflessioni provvisorie e le motivazioni che ci stanno spingendo a praticare questo progetto.
Io sono d'accordo con Antonella, che mette a nostra disposizione ogni settimana la sua esperienza di yoga, quando dice che i nostri bambini “hanno un potenziale espressivo maggiore del nostro, sono più evoluti ed esprimono una maggiore capacità d’amore rispetto alla nostra”; e il nostro intento è quello di evitare quello “spreco d’infanzia”, come lo ha definito il nostro amico Luigi Monti, che troppo spesso avviene nella scuola statale.
















Daniela