Un blog di esperienze, pensieri, idee che circolano tra noi genitori - maestri, assistenti, cuochi, factotum... - dei bambini di questa scuola familiare

sabato 23 giugno 2012

Gita al Poranceto, ovvero: la convivialità

Lunedì 4 giugno siamo andati in gita!
Erano gli ultimi giorni di scuola e abbiamo deciso di festeggiarli tutti assieme, concedendoci una gita. Siamo stati al Poranceto, un meraviglioso castagneto secolare sull’Appennino bolognese, a poca distanza dai laghi di Suviana e Brasimone.

Ha piovuto quasi tutta la mattina, ma abbiamo giocato nel prato e tra i grandi castagni, vuoti, all’interno dei quali i bimbi si son nascosti e si son sentiti a casa…
 
  
 

Mentre eravamo al Poranceto, ho pensato all’idea di convivialità.
Convivialità non solo nel senso comune di far banchetto assieme, in maniera spensierata e allegra, cosa che pure abbiamo fatto, sia al Poranceto, sia in tante altre occasioni a Montumiano.

Convivialità nel senso che dà a questa parola Ivan Illich. Un senso che lega questo termine al nostro modo di concepire la scuola.

Per Ivan Illich nel corso del novecento alcune istituzioni che in un primo tempo erano nate per soddisfare dei bisogni, sono progressivamente diventate dei “mezzi per sfruttare l’insieme del corpo sociale”. Istituzioni che in un primo tempo erano uno strumento nelle mani dell’uomo, hanno poi reso l’uomo uno strumento. È il caso della medicina, dei lavori pubblici, dei trasporti (l’automobile al posto della bicicletta), delle grandi attività produttive. Ed è il caso della scuola.

Secondo Ivan Illich la scuola ha oggi il monopolio dell’educazione e ha negato qualsiasi legittimità di esistenza ad altre forme di trasmissione dei saperi. La scuola non è più uno strumento nelle mani degli uomini. È un’istituzione che stabilisce i propri fini, “incatenando l’uomo a meccanismi implacabili”. L’individuo scolarizzato è “modellato sulla mentalità del consumatore-utente” e “ha accettato di lasciarsi definire da una amministrazione in base al proprio consumo di educazione attestato dal suo titolo di studio”. La scuola, insomma, diventa una “megamacchina” di cui l’uomo è un accessorio.

Qual è allora la proposta di Ivan Illich? Quella di ritrovare “strumenti conviviali”: quelli, cioè, che ciascun individuo può utilizzare per scopi determinati da lui stesso, e attraverso i quali ciascuno può realizzarsi. “Una società conviviale non proibisce la scuola: mette al bando il sistema scolastico pervertito in strumento obbligatorio, fondato sulla segregazione e sul rifiuto dei bocciati”.

I libri di Ivan Illich a cui mi riferisco (Descolarizzare la società e La convivialità. Una proposta libertaria per una politica dei limiti allo sviluppo) sono stati scritti negli anni settanta. E sono oggi incredibilmente attuali.

Dopo la gita, è ora il tempo di riflettere e discutere su com’è andato questo nostro anno scolastico, e ragionare su cosa tenere e cosa cambiare per l’anno prossimo!
Nessuna istituzione ci penserà al nostro posto…

Mimmo

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