Un blog di esperienze, pensieri, idee che circolano tra noi genitori - maestri, assistenti, cuochi, factotum... - dei bambini di questa scuola familiare

domenica 23 dicembre 2012

Vacanze di Natale all'insegna... della non violenza

Si, lo so... siamo spariti... diciamo che sono stati mesi di inizio.

Di inizio scuola innanzitutto, di ri-assetto con i bimbi che cambiano ogni giorno di più e non sono mai uguali... cambi di dinamiche, di relazioni...







Di inizio per noi adulti di una nuova consapevolezza.
Consapevolezza del fatto che abbiamo molta strada ancora da fare per creare un vera comunità educante
Consapevolezza del fatto che dobbiamo e vogliamo cambiare modalità di comunicazione tra di noi e con i bambini
Consapevolezza della necessità che questi cambiamenti devono avvenire prima di tutto in noi perché i risultati si possano vedere sugli altri, soprattutto sui nostri bimbi che ci fanno da specchio
E allora... AL LAVORO!!!


Abbiamo deciso che faremo un percorso autogestito volto ad imparare a comunicare in modo non violento, empatico ed in contatto con i nostri reali bisogni (per chi fosse interessato ci riferiamo alla comunicazione non violenta di Rosenberg), un percorso con la nostra amica, insegnante di yoga, sulla coerenza tra pensiero parola ed azione e...

credo che sarà solo l'inizio di una nuova bella, faticosa e soddisfacente avventura da intraprendere con i nostri bambini, che ci danno la possibilità ogni giorno di crescere insieme, anche se talvolta faticosamente!

Quindi grazie a Daniele, Margherita, Ulisse, Tata, Nora e Isacco, che ancora una volta ci hanno costretto a rimetterci in discussione!!!

E buon Natale e buone Feste da tutti noi a tutti voi! 




mercoledì 28 novembre 2012

Giornata di Yurta aperta

Domenica 2 Dicembre 2012


Per chi vuole conoscerci e per chi già ci conosce ci incontriamo domenica,
dalle 11, portando qualcosa per condividere il pranzo, 




E' gradita una conferma della vostra presenza a Sarah (3337343794 ) o a Mimmo (3331772411)



domenica 30 settembre 2012

Festa per l'inizio del nuovo anno scolastico!
















La Scuola dei Bambini di Monte Sole
è un’esperienza di scuolina familiare condivisa
nata nel settembre 2011.

Nel podere di Montumiano
un nuovo anno scolastico è cominciato…
con la vendemmia e la vinificazione!

Ci aspetta un anno intenso nella yurta,
con tanto impegno per i bimbi
e per i grandi
(a cominciare dalla legna da tagliare per la stufa!)

Tutti noi, bimbi, genitori e maestre,
vogliamo iniziare l’anno con una festa,
per accogliere vecchi e nuovi amici a Monte Sole!


Vi invitiamo alla festa di inizio dell’anno scolastico 2012/13 della
SCUOLA DEI BAMBINI DI MONTE SOLE
Sabato 6 ottobre
dalle 11.30 del mattino

presso il Podere agricolo di Montumiano, all’interno del Parco Storico Regionale di Monte Sole, in via Salvaro-Montemiano, 72 a Pioppe di Salvaro, in Comune di Grizzana Morandi.
Per potervi accogliere al meglio, vi chiediamo di darci conferma della vostra intenzione di esserci, se possibile entro giovedì 4 ottobre.
È gradito che ognuno porti qualcosa da mangiare o da bere, meglio se portandosi un bicchiere da casa e riducendo al minimo rifiuti e imballi usa e getta!





















Per raggiungerci da Bologna:
seguite la Porrettana fino a Pioppe di Salvaro, raggiungete la stazione FS e continuate a seguire la strada in salita; dopo 1 km e mezzo seguite al bivio l’indicazione per Creda a sinistra; dopo 1 km e mezzo trovate sulla destra un’indicazione per Montumiano.
Troverete indicazioni per il parcheggio e per l’ultimo tratto di passeggiata.
Per chi arriva alla stazione di Pioppe di Salvaro, possibilità di navette fino a Montumiano: telefonateci!





Info: 3331772411 (Mimmo), 3337343794 (Sarah)


domenica 29 luglio 2012

E' nata Lucia!!!

Margherita è finalmente diventata sorella maggiore!!!
Lucia è nata il 6 luglio alle 10,30 all'ombra di un bel melo, in mezzo ad un prato, con il cinguettare degli uccellini e il frinire delle cicale...
E dal prossimo settembre Lucia sarà la più giovane frequentatrice della nostra yurta, anche se per ora solo in veste di accompagnatrice della sua sorellona maggiore!!!

Ed ecco a voi Margherita e Lucia...


sabato 23 giugno 2012

domenica 1 luglio, Festa di fine anno

La Scuola dei Bambini di Monte Sole
è un’esperienza di scuola familiare condivisa
che quest’anno ha coinvolto cinque famiglie, sei bimbi dai due ai sette anni e
due mamme-maestre,
all'interno di una yurta
tra i prati, i boschi, gli orti e gli animali di Monte Sole.

In quest’anno di intensa attività,
faticosa e felice,
con il sole e il vento, sotto la pioggia e la neve,
siamo cresciuti
insieme,
grandi e piccoli

Vi invitiamo alla festa di chiusura dell’anno scolastico 2011/12 della
SCUOLA DEI BAMBINI DI MONTE SOLE
Domenica 1 luglio 2012
dalle 10.30 del mattino

presso il Podere agricolo di Montumiano, all’interno del Parco Storico Regionale di Monte Sole, in via Salvaro-Montemiano, 72 a Pioppe di Salvaro, in Comune di Grizzana Morandi.
Per potervi accogliere al meglio, vi chiediamo di darci conferma della vostra intenzione di esserci. È gradito che ognuno porti qualcosa da mangiare o da bere, meglio se portandosi un bicchiere da casa e riducendo al minimo rifiuti e imballi usa e getta!



Per raggiungerci da Bologna:
seguite la Porrettana fino a Pioppe di Salvaro, raggiungete la stazione FS e continuate a seguire la strada in salita; dopo 1 km e mezzo seguite al bivio l’indicazione per Creda a sinistra; dopo 1 km e mezzo trovate sulla destra un’indicazione per Montumiano.
Troverete indicazioni per il parcheggio e per l’ultimo tratto di passeggiata.
Per chi arriva alla stazione di Pioppe di Salvaro, possibilità di navette fino a Montumiano: telefonateci!



Info: 3331772411 (Mimmo), 3337343794 (Sarah)

Gita al Poranceto, ovvero: la convivialità

Lunedì 4 giugno siamo andati in gita!
Erano gli ultimi giorni di scuola e abbiamo deciso di festeggiarli tutti assieme, concedendoci una gita. Siamo stati al Poranceto, un meraviglioso castagneto secolare sull’Appennino bolognese, a poca distanza dai laghi di Suviana e Brasimone.

Ha piovuto quasi tutta la mattina, ma abbiamo giocato nel prato e tra i grandi castagni, vuoti, all’interno dei quali i bimbi si son nascosti e si son sentiti a casa…
 
  
 

Mentre eravamo al Poranceto, ho pensato all’idea di convivialità.
Convivialità non solo nel senso comune di far banchetto assieme, in maniera spensierata e allegra, cosa che pure abbiamo fatto, sia al Poranceto, sia in tante altre occasioni a Montumiano.

Convivialità nel senso che dà a questa parola Ivan Illich. Un senso che lega questo termine al nostro modo di concepire la scuola.

Per Ivan Illich nel corso del novecento alcune istituzioni che in un primo tempo erano nate per soddisfare dei bisogni, sono progressivamente diventate dei “mezzi per sfruttare l’insieme del corpo sociale”. Istituzioni che in un primo tempo erano uno strumento nelle mani dell’uomo, hanno poi reso l’uomo uno strumento. È il caso della medicina, dei lavori pubblici, dei trasporti (l’automobile al posto della bicicletta), delle grandi attività produttive. Ed è il caso della scuola.

Secondo Ivan Illich la scuola ha oggi il monopolio dell’educazione e ha negato qualsiasi legittimità di esistenza ad altre forme di trasmissione dei saperi. La scuola non è più uno strumento nelle mani degli uomini. È un’istituzione che stabilisce i propri fini, “incatenando l’uomo a meccanismi implacabili”. L’individuo scolarizzato è “modellato sulla mentalità del consumatore-utente” e “ha accettato di lasciarsi definire da una amministrazione in base al proprio consumo di educazione attestato dal suo titolo di studio”. La scuola, insomma, diventa una “megamacchina” di cui l’uomo è un accessorio.

Qual è allora la proposta di Ivan Illich? Quella di ritrovare “strumenti conviviali”: quelli, cioè, che ciascun individuo può utilizzare per scopi determinati da lui stesso, e attraverso i quali ciascuno può realizzarsi. “Una società conviviale non proibisce la scuola: mette al bando il sistema scolastico pervertito in strumento obbligatorio, fondato sulla segregazione e sul rifiuto dei bocciati”.

I libri di Ivan Illich a cui mi riferisco (Descolarizzare la società e La convivialità. Una proposta libertaria per una politica dei limiti allo sviluppo) sono stati scritti negli anni settanta. E sono oggi incredibilmente attuali.

Dopo la gita, è ora il tempo di riflettere e discutere su com’è andato questo nostro anno scolastico, e ragionare su cosa tenere e cosa cambiare per l’anno prossimo!
Nessuna istituzione ci penserà al nostro posto…

Mimmo

lunedì 21 maggio 2012

La saggezza biologica e culturale



Mi è capitato di incontrare persone e sentire immediata sintonia, di visitare luoghi che avevo già dentro e di leggere parole e libri che risuonavano talmente da pensare che potessero essere specchio di ciò che io stessa pensavo, sentivo o vivevo. 
Mi è successo anche oggi "inciampando" in modo fortunato negli scritti di Loris Malaguzzi:


"...Rispettare i tempi della maturazione, dello sviluppo, degli strumenti del fare e del capire, della piena, lenta, stravagante, lucida e mutevole emersione delle capacità infantili è una misura di saggezza biologica e culturale.  Se la natura ha predisposto che la lunghezza dell’infanzia umana sia la più lunga (infinita diceva Tolstoj) è perché sa quanti guadi sono da attraversare, quanti sentieri sono da ripercorrere, quanti errori possono essere corretti da bambini e adulti, quanti pregiudizi occorre superare. E quante infinite volte i bambini debbono riprendere fiato per restaurare le immagini di sé, dei coetanei, dei genitori, degli insegnanti, delle conoscenze dei mondi. Se oggi siamo in un’epoca in cui il tempo e i ritmi delle macchine e del profitto sono modelli contrapposti ai tempi umani, bene, allora bisogna sapere da che parte stanno psicologia, pedagogia e cultura..."

I 100 LINGUAGGI DEI BAMBINI
L'approccio di Reggio Emilia all'educazione dell'infanzia


Il bambino
è fatto di cento.
Il bambino
ha cento lingue
cento mani
cento pensieri
cento modi di pensare
di giocare e di parlare                  
cento sempre cento
modi di ascoltare
di stupire di amare
cento allegrie
per cantare e capire
cento mondi
da scoprire
cento mondi
da inventare
cento mondi
da sognare.
Il bambino ha                            
cento lingue
(e poi cento cento cento)
ma gliene rubano novantanove.
La scuola e la cultura
gli separano la testa dal corpo.
Gli dicono:
di pensare senza mani
di fare senza testa
di ascoltare e di non parlare
di capire senza allegrie
di amare e di stupirsi
solo a Pasqua e a Natale.
Gli dicono:
di scoprire il mondo che già c'è
e di cento
gliene rubano novantanove.
Gli dicono:
che il gioco e il lavoro
la realtà e la fantasia
la scienza e l'immaginazione
il cielo e la terra
la ragione e il sogno
sono cose
che non stanno insieme.
gli dicono insomma
che il cento non c'è.
Il bambino dice:
invece il cento c'è.

Loris Malaguzzi

domenica 13 maggio 2012

Per fare un prato...


Per fare un prato occorrono un trifoglio ed un'ape
Un trifoglio ed un'ape
E il sogno.
Il sogno può bastare
Se le api sono poche.

Emily Dickinson

martedì 1 maggio 2012

Una "lezione" di inglese


Ci siamo a lungo confrontati sul senso e sull’opportunità di proporre o meno una seconda lingua ai nostri bimbi, come previsto nei programmi ministeriali.
Temiamo che per loro, così piccoli e senza ancora un impianto linguistico ben strutturato, l’insegnamento di una seconda lingua possa avere poco senso o addirittura confonderli.
Crediamo invece che sia molto importante partire da una forte strutturazione della propria identità, anche linguistica, per poter esplorare nuovi e altri mondi. Siamo consapevoli del valore di quella che a me piace chiamare la ‘lingua degli affetti’, quella che un bambino impara dalla sua mamma e che oltre a servirgli per comunicare con lei e con le persone che ama, ha per lui un universo di altri significati di tipo emozionale ed affettivo. Una lingua che purtroppo nelle nostre scuole viene spesso maltrattata, o addirittura vietata, nel caso di molti bambini di origini straniere. 

Abbiamo deciso di percorrere una strada che pensiamo che per noi e soprattutto per i nostri bimbi possa avere un senso.
La spinta a partire ci è stata offerta dall’incontro con Simon e Cecilia (vedi post sulla biodiversità) che ci sono venuti a trovare qualche tempo fa. In quella occasione i bambini hanno offerto loro la lettura di uno dei nostri rotoli delle storie (la storia delle uova); e Simon e Cecilia, per ricambiare il dono, hanno raccontato la stessa storia nelle loro lingue di origine (il dialetto calabrese e lo svedese).
Lo stupore, la meraviglia e il divertimento che abbiamo letto sui volti dei bambini mentre ascoltavano queste nuove sonorità ci ha portato a pensare ad un percorso di senso che partisse dalle radici delle nostre famiglie, di provenienze diverse, per arrivare allo studio dell’inglese.
Così nei giorni seguenti abbiamo ascoltato la storia delle uova in dialetto bolognese, in dialetto venosino ed in dialetto palermitano. Abbiamo scoperto, oltre che diversi modi per dire le stesse cose, anche diverse modalità espressive. Come l’essenzialità del bolognese e la ricchezza nell’esposizione tipica dei dialetti meridionali che enfatizzano ed ampliano ogni passaggio della storia con l’uso della mimica e di intercalari tipici. Come la parola miiiinchia, che in dialetto palermitano sembra proprio essere insostituibile e facente parte del linguaggio comune di grandi e piccini!



E così venerdì scorso sono venute a trovarci Majo e Jenny, due amiche di madrelingua inglese. Ci siamo presentati e abbiamo cantato insieme. Ci hanno raccontato la storia delle uova in inglese e poi i bambini le hanno accompagnate a vedere le uova delle galline del podere e a visitare la loro scuola oltre la yurta.


È stato bello per me, abituata ad insegnare inglese a scuola con le flash cards (immagini disegnate su cartoncino che rappresentano il significato delle parole inglesi introdotte e utilizzate durante la lezione) osservare come la ricchezza della natura che ci circondava le rendesse del tutto superflue! È così semplice e bello imparare i colori raccogliendo fiori blu, viola, gialli, bianchi, sdraiandosi nel verde campo di giovani piantine di grano e guardando il cielo azzurro!


Nelle indicazioni ministeriali si dice che l’apprendimento della seconda lingua dovrebbe innestarsi sulla spontanea propensione del bambino verso la comunicazione verbale ed il suo desiderio di socializzare e interagire con l’ambiente circostante.


Alla fine i bambini e le maestre hanno regalato alle nostre amiche un po’ di uova…vere!!

Mamma Daniela Maestra di inglese

  



martedì 24 aprile 2012

La biodiversità


Per smentire chi mi pensa capace di bilocazione e telecinesi, ammetto che è faticoso riuscire ad arrivare dappertutto e sempre dove vorrei, per essere in ogni momento pronta ad accogliere e donare, a esserci per tutti, però oggi (questo post si riferisce a martedì scorso 17 aprile) è stata una giornata di scuola tanto ricca e piacevole che desidero condividerla, nella consapevolezza che per fare questo qualcosa trascurerò. Ma le persone sono più importanti delle cose e la giornata di oggi ci ha mostrato questa grande ricchezza.
raccolta humus

raccolta sabbia chiara
Il sole ci ha donato la luce giusta per tornare sul sentiero che scende accanto alla stalla, costeggiando il querceto,  poi il castagneto, (di recente potato dagli amici Mauro e Simone che hanno offerto uno spettacolo suggestivo ai nostri bimbi lavorando imbragati e appesi come acrobati ai castagni secolari...ma questa è un'altra storia, anche se pure questa ricca del bene prezioso degli amici) e il campo grande "dei caprioli" (chiamato così perché al mattino, all'arrivo dei bambini, spesso i caprioli stanno brucando nel campo). La primavera avanza veloce e le foglie, seppur ancora minute, hanno già la loro fisionomia definita, come neonati.                                                  
Passeggiando abbiamo rivisto i punti nei quali abbiamo raccolto alcuni campioni di terra, la "sabbia chiara" e l'humus, abbiamo osservato e annusato i fiori e i bambini hanno succhiato le corolle delle primule e della polmonaria, assaporando il nettare dolce. Proseguendo per il sentiero siamo arrivati alla sorgente, per vedere se avevamo la fortuna di trovare le ovature delle rane e dei rospi, che purtroppo sono minacciati da una malattia che li ha resi rari e ancora più preziosi nell'equilibrio naturale. Ma purtroppo né rane né rospi sono arrivati alla nostra sorgente quest'anno, deludendo la nostra speranza di incontrare il Principe Ranocchio, letto ieri nella fiaba dei fratelli Grimm. Osservando curiosi e attenti, abbiamo però trovato il dono delle palline della Principessa.

La storia racconta che, mentre la Principessa stava giocando accanto alla fonte con una pallina d'oro, la palla le sfugge di mano e, cadendo nella fonte, occasiona l'incontro col Ranocchio. Le nostre palline però (galle di quercia), pur essendo d'oro ai nostri occhi, galleggiavano, perché sono di legno! e meno male, perché il ranocchio assente non avrebbe potuto recuperarle!
Nella fonte però abbiamo trovato un'altra sorpresa: una dozzina di tritoni alpestri, tra adulti e nuovi nati, che facevano bella mostra di sé nella vasca, passando, scuri, dall'ombra alla luce del sole, donandoci un'iridescenza davvero magica. I giorni scorsi un temporale primaverile ci ha sorpreso con uno spettacolare arcobaleno e oggi abbiamo visto che i tritoni lo hanno conservato sul loro dorso crestato, ondulato di blu, turchesi, verdi, gialli e arancio!
Presso la sorgente abbiamo anche potuto confermare e rafforzare quanto studiato riguardo alle formazioni geologiche e al ciclo dell'acqua, che sbocca dalla montagna per essere riassorbita dal terreno e fuoriuscire pochi metri più a valle in corrispondenza dell'antico macero della canapa e riprendere poi il suo corso, sempre verso valle, dove l'abbiamo seguita nei fossi, al disgelo, fino a vederla confluire in Reno e partire per il viaggio verso il mare.




E l'acqua, mentre attraversa le vasche della sorgente, deposita i minerali sciolti e prelevati dal terreno, creando sculture dall'aspetto spugnoso e ruvido: il travertino. Abbandonata la vasca con rammarico, dopo esserci tutti un po' bagnati le maniche e l'orlo dei pantaloni, abbiamo ripreso la salita costeggiando la vigna tutta punteggiata di fiori che hanno già in sé la magia dei grappoli d'uva.



 Poi su, attraverso i campi, tirandoci l'un l'altro come una funicolare, per incontrare tanti profumi e sapori nuovi: la melissa citriodora, alcuni riccioli di erba "cipollina", la menta selvatica...



e con occhi attenti e curiosi abbiamo trovato l'imboccatura di alcune tane, le buche scavate dal grufolare dei cinghiali, gli insetti nei fiori di tarassaco, i boccioli del tarassaco da mettere sott'aceto come i capperi, tanti formicai indaffarati e bei ciuffi di erba medica fresca da portare al cavallo, che ci aspettava in cima alla salita osservandoci attento.
Arrivati alla yurta abbiamo fatto la merenda e una bella bevuta, sazi di cose belle tanto da poter anche un po' parlare di cose profonde, come la gelosia e la fatica di stare in armonia tutti insieme. Un po' di giochi e abbracci e poi un altro incontro prezioso.


In questi giorni infatti abbiamo avuto la gioia di ospitare Simon e Cecilia, che sono venuti a trovarci e hanno condiviso in semplicità il nostro poco, trasformandolo in un molto di amicizia e affetto.


 Li  abbiamo invitati a venire con noi nella scuola per un poco. Daniele e i bambini hanno offerto il racconto di uno dei nostri rotoli delle storie, quello che racconta delle uova e di alcuni animali che depongono le uova (uccelli, rane, lucertole, galline...) e Cecilia, che è svedese, qui in Italia per studiare, ci ha raccontato la storia nella sua lingua, con stupore e gioiosa meraviglia dei bambini nel sentire tante parole così diverse dalle nostre per dire uovo, tuorlo, albume, gallina... e poi Simon, che è di Reggio Calabria, ci ha offerto la versione calabrese, insegnandoci che il calabrese ha radici antiche che attingono con ricchezza dal greco, dall'arabo e dallo spagnolo! e anche questa storia ci ha insegnato suoni e parole, seppur più simili a quelle note, comunque con una musica nuova. Esplorare le sonorità di lingue e paesi è per noi educazione alla diversità e al tempo stesso occasione di rafforzare le nostre identità e le radici delle nostre famiglie, che hanno provenienze diverse e relativi accenti e dialetti, che rappresentano per noi un primo ponte allo studio della seconda lingua nella scuola. Stupirsi e contemplare, stimolare curiosità e fondare gli apprendimenti nella vita, nella realtà e nella ricchezza della natura, delle relazioni e delle arti, offre un cammino sicuro e affidabile per raggiungere i valori del Vero, del Bello e del Bene e dona alla scuola uno spessore che genera nei bambini un processo che si autoalimenta e conduce verso nuove domande e risposte, esperimenti, ricerche e letture che danno ai saperi la possibilità di intrecciarsi e sperimentare e custodire l'armonia della biodiversità.