Mi è capitato di incontrare persone e sentire immediata sintonia, di visitare luoghi che avevo già dentro e di leggere parole e libri che risuonavano talmente da pensare che potessero essere specchio di ciò che io stessa pensavo, sentivo o vivevo.
Mi è successo anche oggi "inciampando" in modo fortunato negli scritti di Loris Malaguzzi:
"...Rispettare i tempi della maturazione, dello sviluppo,
degli strumenti del fare e del capire, della piena, lenta, stravagante, lucida e mutevole emersione delle capacità infantili è una misura di saggezza
biologica e culturale. Se la natura ha predisposto che la lunghezza
dell’infanzia umana sia la più lunga (infinita diceva Tolstoj) è perché
sa quanti guadi sono da attraversare, quanti sentieri sono da ripercorrere,
quanti errori possono essere corretti da bambini e adulti, quanti pregiudizi
occorre superare. E quante infinite volte i bambini debbono riprendere fiato
per restaurare le immagini di sé, dei coetanei, dei genitori, degli insegnanti,
delle conoscenze dei mondi. Se oggi siamo in un’epoca in cui il tempo e i ritmi
delle macchine e del profitto sono modelli contrapposti ai tempi umani, bene,
allora bisogna sapere da che parte stanno psicologia, pedagogia e
cultura..."
I 100
LINGUAGGI DEI BAMBINI
L'approccio di Reggio Emilia all'educazione dell'infanzia
L'approccio di Reggio Emilia all'educazione dell'infanzia
Il bambino
è fatto di cento.
Il bambino
ha cento lingue
cento mani
cento pensieri
cento modi di pensare
di giocare e di parlare
cento sempre cento
modi di ascoltare
di stupire di amare
cento allegrie
per cantare e capire
cento mondi
da scoprire
cento mondi
da inventare
cento mondi
da sognare.
Il bambino ha
cento lingue
(e poi cento cento cento)
ma gliene rubano novantanove.
La scuola e la cultura
gli separano la testa dal corpo.
Gli dicono:
di pensare senza mani
di fare senza testa
di ascoltare e di non parlare
di capire senza allegrie
di amare e di stupirsi
solo a Pasqua e a Natale.
Gli dicono:
di scoprire il mondo che già c'è
e di cento
gliene rubano novantanove.
Gli dicono:
che il gioco e il lavoro
la realtà e la fantasia
la scienza e l'immaginazione
il cielo e la terra
la ragione e il sogno
sono cose
che non stanno insieme.
gli dicono insomma
che il cento non c'è.
Il bambino dice:
invece il cento c'è.
Loris Malaguzzi
è fatto di cento.
Il bambino
ha cento lingue
cento mani
cento pensieri
cento modi di pensare
di giocare e di parlare
cento sempre cento
modi di ascoltare
di stupire di amare
cento allegrie
per cantare e capire
cento mondi
da scoprire
cento mondi
da inventare
cento mondi
da sognare.
Il bambino ha
cento lingue
(e poi cento cento cento)
ma gliene rubano novantanove.
La scuola e la cultura
gli separano la testa dal corpo.
Gli dicono:
di pensare senza mani
di fare senza testa
di ascoltare e di non parlare
di capire senza allegrie
di amare e di stupirsi
solo a Pasqua e a Natale.
Gli dicono:
di scoprire il mondo che già c'è
e di cento
gliene rubano novantanove.
Gli dicono:
che il gioco e il lavoro
la realtà e la fantasia
la scienza e l'immaginazione
il cielo e la terra
la ragione e il sogno
sono cose
che non stanno insieme.
gli dicono insomma
che il cento non c'è.
Il bambino dice:
invece il cento c'è.
Loris Malaguzzi